Sul n° 51/52 di AS del 22 dicembre 2009, è stata stilata una classifica-minestrone, che vorrebbe raccogliere i CENTO migliori piloti dell'intera storia del motorismo delle quattro ruote.Chiarisco subito, che ho delle serie perplessità sulla classifica di AS.Chiaramente, la testata bolognese ha voluto realizzare un "articolo provocazione" (mischiando epoche distanti anni luce, equiparando motori atmosferici e Turbo da 1500 CV, monoposto "sigari" e "monoposto con le minigonne", sfide di velocità su pista e sulle strade di paese, su prototipi tipo
Delta S4 e su vetture provenienti dalla serie come la Delta 4WD), invitando i propri lettori a controbattere via E-Mail. Sul numero 1-2010, che uscirà nelle edicole di Bologna (fino a Roma il 12 Gennaio, e nel resto d'Italia il 14 e oltre), noteremo solo alcune delle tantissime repliche alla provocazione.
Il sottoscritto, (scusandosi per aver tralasciato di nominare immensi talenti del presente e del passato), modestamente accennandovi su pochi punti come la pensa, invita chi leggerà questo post a commentare il proprio ragionamento:
AYRTON SENNA
Intelliggente la scelta di porre quale numero UNO di tutti i tempi, il compione Ayrton Senna (in F1 dal 1984 al 1994). Indiscutibile il suo valore, la sua naturale propensione alla velocità, la sua meticolosità nella messa a punto della monoposto, il suo carisma fra la gente e persino la sua propensione a imporre la sua leadership anche all'interno del team, conscio dell'importanza anche politica di un corridore.
Si dice che il valore di un pilota lo si può rilevare soprattutto dal confronto che egli stesso ha dovuto sostenere con i suoi contemporanei, ebbene Ayrton ha avuto avversari del calibro di
Nelson Piquet, di
Nigel Mansell e
Alain Prost. Solo per raccontarvi del dualismo fra Senna ed il "Professor" Prost ci vorrebbero giorni interi, libri, videoteche. Magic Senna è stato indiscutibilmente un Grande, ma persino lui, è corretto confrontarlo con piloti di epoche e categorie differenti?
MICHAEL SCHUMACHER
Il tedesco di Kerpen, che AS posiziona al secondo posto della graduatoria di tutti i tempi (e perchè non al primo, se si leggono i suoi sette titoli mondiali in F1?),
in effetti non vinse mai la sfida con Ayrton nelle poche occasioni in cui (giovanissimo) ebbe modo di confrontarvicisi. Per lunghi anni, Michael ebbe Senna quale obbiettivo e poi, puntò al Campionissimo degli anni '50,
Juan Manuel Fangio quale suo punto di riferimento più alto. I cinque titoli dell'argentino
Fangio apparivano irraggiungibili, molti ancora oggi respingono comunque il parallelo per una miriade di fattori, vedi il coefficiente di rischio dei "sigari" di lamiera e tubi d'acciaio degli anni '50. Piloti che correvano indossando caschetti in cuoio e maglittine di cotone con il corpo fuori dall'abitacolo a trecento all'ora, confrontati con altri che hanno "indossato" scocche in fibra di carbonio anche un paio di decenni fa, per non parlare dei recenti test che devono sostenere le stesse scocche ed i caschi integrali oggi.
IL CUORE DA CORSA DICE NIGEL MANSELL E GILLES VILLENEUVE
Prima di celebrare altri plurititolati, piloti della F1 dei record delle statistiche, fermiamoci un attimo a individuare la grandezza ed l'immenso coraggio (che oggi verrebbe sanzionato), del canadese Gilles Villeneuve, (che - amato da
Enzo Ferrari come un figlio - fu definito l'aviatore per i suoi plurimi incidenti, ma che mai si arrese e lottò fino al tragico epilogo che gli costò la vita a Zolder), che esula dal confronto dei numeri in favore di una genuina follia che lo accomunò semmai al britannico
Nigel Mansell, forte e fragile ma comunque eroe di due Mondi (fu anche campione della Cart americana al debutto), e tuttavia conseguì un solo titolo in F1. Che dire poi, dell'incommensurabile velocità e fragilità di
Stirling Moss, quest'ultimo, confrontatosi ad altissimo livello a bordo di vetture non al top, non vinse mai un titolo, ma chi lo ricorda, sa definirlo un Grandissimo.
NIKI LAUDA
Saltando fra i 100 Top, notiamo l'ottimo Niki Lauda (in F1 dal 1971 al 1985),
sopravanzato pur giustamente da assi del passato quali Jeckie Stewart e Stirling Moss. Definito "il cervello", l'austriaco fu (fino ad adesso) l'unico pilota che visse due carrire distinte nella massima formula, conseguendo titoli mondiali sia nella prima che nella seconda. Dopo due anni di riposo, (che per molti avrebbe dovuto essere ritiro), Lauda si presenta al GP del Brasile su McLaren e nel 1984 vince il suo terzo titolo, dopo i due in Ferrari. Forse,
Schumacher, tornando a 41 anni in questo 2010, a gareggiare su Mercedes contro ragazzini che gli potrebbero essere figli, pensa di battere anche il record di Lauda?
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KIMI RAIKKONEN
In classifica 23°, è pur sempre il pilota che venne dalla McLaren delle rotture meccaniche a raffica e che in Ferrari vinse al primo colpo, pur favorito dal Karakiri
Hamilton-
Alonso. Velocissimo almeno quanto
Felipe Massa, anche a bordo di un bidone quale la F60, il taciturno Kimi, avrebbe potuto raccogliere molto di più. Fra poco lo vedremo tentare la carriera dei Rally, lontano dai clamori e dallo stress di una Formula Uno che da tanto spazio al contorno dei VIP e che ha ridotto il ruolo dei piloti a delle umili comparse.
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NELSON PIQUET
Erano già altri tempi quelli dello stratega Piquet senior, del tutto diverso da Raikkonen nel carattere, ma anche dal figlio. Strafottente, donnaiolo, ingiurioso, (ricordiamo che definì "porco" il rivale Mansell e "frocio" il conterraneo Senna), per meriti suoi ed anche delle potenti monoposto che guidò, nonchè sfruttando la posizione elitaria aveva nei team per i quali pilotava, Nelson raggiunse il non trascurabile bottino di tre titoli mondiali (due con la Brabham ed uno con la Williams). Tuttavia, bene ha fatto AS, a porlo sietro un Jhon Surtees (in F1 dal 1960 al 1972), che rappresenta l'unico pilota della storia ad aver vinto sulle due e sulle quattro ruote al Top delle categorie.
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LEWIS HAMILTONBeh! vedere il giovane campione Hamilton, pupillo di Ron, issato alla 18a posizione di tutti i tempi, mi sembra che lo si faccia più sull'onda della fiducia che altro. Indubbie le doti velocistiche di Lewis, con un bel po' di cattiveria, caratteristica quest'ultima, che fece saltare i nervi perfino ad un granitico
Alonso. Nell'attesa di un nuovo incontro-scontro col neo campione Button, gli elementi fin ora raccolti non a porlo così in alto. Discorso che vale anche per il 29° posto del grintosissimo e giovanissimo
Vettel, che ha pur sempre buttato via un titolo per mancanza di tattica sua e del team Red Bull.
SI POSSONO REALIZZARE CLASSIFICHE MINESTRONE?
Infine, nella veloce disamina del "mondo" delle corse su quattro ruote, ritengo che nessuno possa mischiare (oltre che epoche differenti) addirittura categorie differenti (Rally con F1 e Prototipi Sport ecc.), estraendone classifiche-minestrone. Un tempo i piloti della F1 vincevano contemporaneamente in tante altre categorie altrettanto conosciute e valide. Oggi, e da ormai parecchio tempo, non più. Sebastian Loeb, (che non ha sfigurato nei prototipi), in F1 che figura farebbe? Eppure, troviamo il pluricampione dei Rally al 24° posto, quando avrebbe dovuto essere inserito in una classifica apposita, semmai assieme a Walter Rohrl, piuttosto che a Henri Toivonen o Carlos Sainz o Miki Biasion (così, inabbissato al 99°), piuttosto che ritrovare tutti questi mischiati a gente storica come Froilan Gonzalez (34°) antesignano dell'intera storia delle monoposto per aver consegiuto la prima vittoria in assoluto su Ferrari F1.
Giovanni BonarRIGO
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