lunedì 22 dicembre 2008

Giganti del pugilato. Oggi Valuev, ieri Primo Carnera

Ricordando Primo CARNERA. Oggi Valuev, ma ricordiamo Muhammad Alì, Mike Tyson e sopratutto... Carnera. Primo Carnera, il gigante buono, un italiano. Primo Carnera, l'uomo venuto dal nulla, dalla fame più nera. Un fenomeno da circo che divenne pugile, un pugile che divenne Campione del mondo. Il primo italiano Campione del Mondo della boxe dei pesi massimi. Non ci fosse stata la recente fiction TV, potrei affermare che: (noi italiani), non solo ce lo eravamo dimenticato Carnera, ma (in molti) non sapevamo neanche che fosse esistito. Ebbene, abbiamo dimenticato tanti grandi della nostra cara italia, e non solo dello sport. Per i loro meriti e per aver fatto grande il nome dell'Italia nel mondo, RICORDIAMOLI ed ONORIAMOLI!
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Il pugile russo vince il titolo dei massimi Wba battendo di misura ai punti il 46enne americano, sostenuto dai 13mila che gremivano l'Hallenstadion di Zurigo. Un match equilibrato che ha visto prevalere Evander nella prima parte, mentre il vincitore è venuto fuori alla distanza

ZURIGO, 20 dicembre 2008 - Non è riuscito a completare la favola, Evander Holyfield, dettata oltre che dalla voglia di diventare il più vecchio campione del mondo della storia anche da 11 figli e varie signore a cui pagare i dovuti alimenti (stabiliti quando era all'apice, a cifre molto importanti), ma l'americano non esce per nulla ridicolizzato dal confronto con il titolare della cintura Wba dei massimi, Nikolay Valuev, che alla fine si è imposto con verdetto a maggioranza (ai cartellini: Perez 114-114, Poppi 116-112 e Hook 115-114 per il russo).

EVENTO - I quasi 44 kg di differenza al peso (141 a 97.2), nei centimetri (213 cm a 189) e di età (34 anni del campione contro i 46 di Holyfield) erano motivi già sufficienti per accendere l'interesse mediatico e del pubblico, e infatti l'atmosfera è quella del grande evento: è bellissima la Hallenstadion di Zurigo, gremita con quasi 13.000 spettatori impazienti di vedere i due contendenti. Fin dall'inizio il pubblico è a larga maggioranza a favore del pugile americano, che per concentrarsi prima del match ha scelto la tranquillità della sua camera d'albergo ascoltando inni religiosi e sui pantaloncini dimostra ancora una volta la sua fede, facendo incidere i numeri del salmo 107, versetto 20 ("Mandò la sua parola, li guarì e li salvò dalla morte").

PARTENZA SPRINT - Prima e seconda ripresa favorevoli a Holyfield, che si tiene alla larga dall'avversario per punirlo prontamente appena si scopre. "The Real Deal" lavora bene con il jab sinistro. Nel terzo round Valuev cerca di accorciare la distanza, Holyfield tiene bene e tutti si chiedono: quanto durerà la straordinaria tenuta atletica dello statunitense? Quarta ripresa con Holyfield che accetta anche gli scambi che Valuev cerca di accendere sulla corta distanza, prendendosi per noi il primo punto della serata, ma l'americano si aggiudica la quinta anche con uno splendido gancio sinistro che Valuev ha sentito.

RIMONTA VALUEV - Alla fine della sesta ripresa sembra che le gambe di Holyfield iniziano a rallentare, e il campione riesce per la prima volta a concludere una serie aggiudicandosi la ripresa. A metà dell'incontro, per noi, Holyfield è in vantaggio di due punti, ma la settima ripresa è tutta di Valuev, più preciso con il jab e autore di due ottimi ganci destri. Il quattro volte iridato ha smesso di danzare, offre un bersaglio migliore al russo che non si fa pregare e inizia a toccarlo con maggior continuità, doppiando i jab. Così, con 4 riprese alla fine del match il campione ristabilisce la parità, mentre lo sfidante è ora in difficoltà a livello fisico. Valuev, per la prima volta nel match, può controllare l'avversario e ribalta la situazione. Gran destro di Holyfield al decimo round che scuote il gigante, che però reagisce provando un paio di volte a mettere all'angolo lo sfidante, riuscendo comunque a tenerlo a bada.

FISCHI - Il vecchio Evander fa quello che può nell'undicesima ripresa per cercare di tenere vivo il risultato, ma non basta a sovvertire l'inerzia del match, saldamente nelle mani di Valuev. Holyfield a segno con un paio di diretti, di destro e sinistro, riaccende il tifo, Holyfield per noi si aggiudica l'ultima ripresa che termina con l'abbraccio tra i due rivali, e i fischi del pubblico quando Valuev alza le braccia subito dopo proclamandosi vincitore. Poi il verdetto, a nostro modo di vedere giusto perchè Valuev non ha rubato nulla ma Holyfield, di certo, ha fatto una granfissima figura.
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mercoledì 17 dicembre 2008

Genova: Ferrari da sogno... falsa

Bella e fiammante ma, a parte il motore, completamente falsa. È la Ferrari Dino Sessanta trovata dagli uomini dell'Agenzia delle dogane di Genova in un container nel porto destinata al mercato statunitense. A tradire i falsari sono stati alcuni dettagli degli interni che hanno insospettito i doganieri. Sospetti confermati dagli esperti della casa di Maranello. Solo il motore della vettura era originale. Tutto il resto, dalla carrozzeria alla trasmissione, dalle sospensioni ai freni agli interni erano stati falsificati. (foto Leoni)
[17 dicembre 2008] Da Repubblica.it


Anche questo e business. Realizzare delle copie di auto d'epoca, non solo Ferrari, ma anche di Maserati, Alfa Romeo, Lancia, Lamborghini ecc. per venderle come tali. Dopo che è scoppiato il caso della Formula Uno falsa (spacciata per autentica, -pare- da un Ferrari Club), un paio d'anni fa, i controlli sono sempre più accurati. La Ferrari stessa ha un reparto che si occupa di controllare l'autenticità (e qundi di certificarla), delle sue auto d'epoca.
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Una volta, mi fù raccontato di una Lamborghini Countach (vera?), trasportata all'interno di un silos di un camion-betoniera, da un Stato ad un'altro. Guinta a destinazione, per tirarla fuori, i "commecianti", dovettero tagliare la lamiera del silos con la fiamma ossidrica. Sicuramente avranno preso delle precauzioni per non danneggiare l'auto.
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sabato 13 dicembre 2008

Enzo Ferrari, una vita per l'Automobile

Sono nato il 20 febbraio 1898 a Modena. Arrivai il 18, ma quel mese la neve era tanto alta, mi raccontò mia madre, che soltanto due giorni dopo fu possibile andare a denunciarmi allo stato civile. Avevo un fratello, Alfredo, più vecchio di me di due anni, mio padre era di Carpi, un paesino della provincia di Modena, mia madre proveniva da una famiglia forlivese. Abitavamo in una casa modesta della lontana periferia, in quattro stanze al piano rialzato, che era annessa all'officina di carpenteria metallica che mio padre possedeva: un capannone di cento metri con una tettoia di lamiere ondulate e privo di pavimento. Io dividevo con mio fratello Alfredo una delle stanze sopra l'officina e ogni giorno la sveglia mattutina arrivava con le prime mazzate dei carpentieri.

Così inizia Enzo Ferrari, (a pag. 7 del libro "Una Vita per l'Automobile"), raccontandosi e poi in seguito enumerando storie sue e di piloti grandissimi. Fuoriclasse del volante, buoni piloti, o semplicemente, onesti mestieranti dello sterzo. Talmente tanto si è scritto sul Grande Enzo, che nualla potrei io aggiungervi. Infatti, ricevendo questa foto, (da parte dell'amico Ruggero), non faccio altro che ricordare ed ammirare quell'uomo inimitabile che fu "il Drake", che fece grande lo sport delle quattro ruote e, (battendo su pista e sulle strade di tutti i giorni, i colossi del motorismo mondiale), fece grande l'Italia... in tutto il mondo. Enzo Ferrari sopravviverà per sempre, nelle generazioni di tifosi di ogni età, nazione e stato sociale.
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mercoledì 10 dicembre 2008

SAM (SportAutoMoto) chi l'ha piu' visto?


Nel 2003 nasceva l'anti AUTOSPRINT: Con la redazione proprio a Bologna (in via del Mobiliere, 5), nasceva una nuova testata che univa in se auto e moto sulla pista e sulle strade di tutti i giorni. Inizialmente il settimanale era costituito da un formato "Gazzetta", con le paginone che svolazzavano di quà e di la, ma in seguito si passò ad un più pratico formato "Tabloid" (con copertina patinata). Inoltre, si lanciò in edicola un nuovo mensile sui Rally (SAM Rally), che raccontava le gare, i piloti e ciò che girava attorno ad essi, in modo del tutto differente dal solito. Brillante fu l'idea di SAM di realizzare un sito nel Dicembre 2005. Fu un vero successo. Tutto questo deve aver penalizzato non poco le vendite di AUTOSPRINT, visto che i diretto di As in quegli anni ruotavano come trottole.

Il 16 Marzo 2005, (in concomitanza del SAIE2), visitavo la sede di SAM a Bologna, dove incontravo personalmente Carlo Cavicchi nel suo studio. Da quell'incontro, ne ho avuto un'impressione totalmente positiva. Una persona brutalmente schietta, ma cordiale e sensibile alle necessità degli altri.

Nel Giugno 2006, ero fra gli estratti in un concorso con SportAutoMoto, ("Corri Campione" su Cinquecento e Panda Rally, in pista), ma a malincuore dovevo rinunciare per impegni concomitanti.

Dalla metà gennaio 2008 la sede di SportAutoMoto fu trasferita nella spettacolare sede di Adria, già passata di mano la direzione da Cavicchi a Franco Nugnes, (sebbene venisse deciso di "tagliare alcuni rami secchi" costituiti dal sud italia e dalla Sicilia) si aprivano nuove GRANDI prospettive per il principale rivale di AUTOSPRINT.

Nell'Agosto 2008, una triste notizia: Dopo che già il sito aveva smesso di funzionare, SportAutoMoto, (da indiscrezioni sommarie) si scopriva non esistere più. ...MISTEEERO!
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Pubblico di seguito una delle tante lettere che scrissi al Direttore Cavicchi in quegli anni. Nel Maggio del 2007, infatti, (inventandomi una storia immaginaria), gli scrissi questa E-Mail. ECCOLA:

Cavicchi, dei suoi 37 anni e del suo "treno"... preso al volo, credo di aver afferrato il contenuto. Quindi, lei fu giovane pilota, poi giornalista ad AS, dopo, seguendo una crack del gruppo di AS, contribuì in modo sostanzioso alla nascita ed al boom di una nuova testata motoristica. Rombo, appunto! Dopo qualche tempo, qualcuno, di importante, (forse editore?) pensò di offrirle una grossa opportunità che lei colse al volo. In realtà l'opportunità
la offrirono a loro stessi... in quanto tolsero l'Alonso della situazione per portarlo nella McLaren che non vinceva da tempo. As ricominciò a galoppare, o a "correre", se mi consente il termine. Una corsa lunga... 15 anni... poi?
Poi, mi si apre il baratro nella mente. Che cerco di colmare con delle IPOTESI.

Forse Autosprint vuole di più dalle vendite, non gli basta essere in prima fila, ma vuole essere in pole position... e inizia una politica del defenestramento, proprio con lei. Quì, commette un grosso errore, perchè, Cavicchi, dopo circa un anno di battaglie e ripensamenti, assolda un esercito. Riunisce attorno a se, i più fedeli di un tempo. Li carica, li motiva. Propone loro una nuova avventura... una nuova testata sportiva che darà una risposta alla arrogante Conti Editore.

Nasce SAM. Sam non è solo quattro, ma anche due ruote, infatti, non attacca solo AS, RallySprint, ma anche... Motosprint. La Conti insomma. (E' solo una coincidenza, che SAM riduca al lumicino le vendite di ROMBO.)
SportAutoMoto, proprio a Bologna, debutta con un prezzo più basso dei diretti concorrenti, anche se si presenta con un formato un po' da quotidiano e su zone circoscritte. Lei mette la sua esperienza, la sua grinta... As, avvicenda Direttori e modifica strategie a iosa.

E siamo ai giorni nostri, SAM raddoppia e dedica un giornale ai Rally. Si espande sul territorio, anche verso internet, via, che AS ha sempre osteggiato. Il successo della rete telematica è eclatante, tanto che salta la il sistema e per un periodo deve sospendere il servizio della Mailing-List. As, cerca di adeguarsi, ma con scarsi risultati e... nelle edicole, a fronte di liti con l'editore, tiene fermo il prezzo, che ora è pari a SAM.

Autosprint, non farà la fine di ROMBO, perchè dietro ha un Gruppo FORTE.
SPORTAUTOMOTO, non farà la fine di ROMBO perche il direttore e SAM, sono una cosa sola, quindi non ci sarà un ritorno all'ovile. Intanto, ne gode il pubblico sportivo... ma oltre non so andare!

L'allora Direttore di SAM Carlo Cavicchi mi rispose così:

Guardi amico mio,
in tutta sincerità sarei molto felice se SAM arrivasse a 20 anni di vita come Rombo. A quel tempo, se ci sarò, farò il pensionato sulle panchine dei giardinetti.
La sua sintesi mi ha molto divertito e qualche cosa l'ha davvero azzeccato. Complimenti
Carlo Cavicchi

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sabato 6 dicembre 2008

Honda si ritira? tsunami sulla F1!

FORMULA UNO, un mondo dorato che scricchiola: Già Bruno Senna, (nipote del grande Ayrton), veniva ormai dato per sicuro accasato in Honda F1 per il 2009. Si erano assicurati già dalla stagione 2008, Ross Brawn, uno stratega (di provenienza Ferrari) di immenso valore, già avevano iniziato a girare in pista testando non solo l'ala anteriore e le gomme slick, ma anche l'ormai famoso Kers, che debutterà nel prossimo mondiale. Honda, (il secondo colosso giapponese dopo la Toyota), si ritira (totalmente) dalla Formula 1, cosa è successo? Un annuncio, quello del numero uno della Honda, Takeo Fukui, che lascia allibiti. Le dichiarazioni di Fukui (nella foto): «Questa difficile decisione è stata presa alla luce del rapido deterioramento dell'industria dell'auto a livello globale, colpita prima dalla crisi dei mutui subprime e poi dalle turbolenze finanziarie». «Avvieremo consultazioni con gli associati di Honda Racing F1 Team e il fornitore di motori Honda Racing Development in relazione al futuro delle due compagnie, che includerà anche offerte di vendita del team».
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VENDERE IL TEAM? Sempre dalle dichiarazioni di Takeo Fukui, il costruttore giapponese dispone ancora di un fondo per mantenere la sua scuderia in corsa all’inizio del 2009, ma i costi crescenti e il contesto di recessione economica mondiale mettono in pericolo il seguito dell'operazione, per la mancanza di nuovi sponsor. Sembra comunque molto difficile che ci possa essere dietro l'angolo (con la crisi mondiale attuale), un folle disposto a comprare l'intero pacchetto Honda F1 a pochi mesi (il mondiale inizierà a Marzo) dalla prima gara.

Lo stop SUPER AGURI: Fu un campanello d'allarme? La Honda, già dopo solo due soli GP del Mondiale appena terminato, avevano scaricato il Team satellite per contenere i costi, nessuno acquisì il team.

CRISI HONDA O... SCUSA? Quindi un ritiro motivato da un bilancio aziendale in rosso, i cosiddetti "conti che non tornano", ma, potrebbe trattarsi di altro. Sebbene sia innegabile il momento no dell'economia mondiale, c'è parecchia gente che inizia a pensare ad una opportunità per defilarsi afferrata da una Honda F1 in crisi di risultati da anni. Come molti sapranno, la "vetrina" della FORMULA UNO è un importante pubblicità per le Case che vi partecipano, ma a patto di VINCERE. Infatti, nel caso in cui i risultati non arrivino, non si giustificano gli immensi investimenti richiesti dalla massima formula moderna. Sebbene, il regolamento sportivo preveda importanti "tagli" all'aerodinamica delle monoposto 2009, nonche il dimezzamento dei chilometri di test effettuabili, riducendo (almeno teoricamente) i costi, a far spendere sarà sopratutto il recupero di energia o KERS.

EMORRAGIA in Formula UNO, PERCHE'? E' vero, anche la Toyota, da quando è entrata in F1, non è che abbia realizzato questi grandi risultati, ma, (col beneficio del dubbio), sembra una casa ben più solida perfino dell'americana General Motors che ha recentemente scalzato dal primo posto al mondo. Auguriamoci tutti, che questa emorragia non contagi altri team. In effetti la Toro Rosso, dalla quale Gerhard Berger ne è recentemente uscito (ed ora totalmente di proprietà del boss Mateschitz, come la Red Bull), era stata considerata già da tempo in bilico. La stessa Force India, del miliardario indiano VJ. Mallya ha giocato la carta di cambiare patner (Mercedes al posto di Ferrari), con lo scopo di assicurarsi, non il solo propulsore, ma l'intero retrotreno della monoposto. Quindi, con la situazione attuale, Ecclestone si troverebbe a schierare solo nove team e solo diciotto monoposto al via del primo Gran Premio 2009, speriamo che non ci siano altre spiacevoli sorprese.
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