Presentata a Jerez, dove sono scattati quattro giorni di test F.1, la monoposto 2010 per Vettel e Webber: è l'evoluzione di quella vincente di un anno fa, ma più lunga e con i segreti sottopelle. "Non ci nascondiamo: siamo forti, l'obiettivo è conquistare il Mondiale"
JEREZ (Spagna), 10 febbraio 2010 - Macchina vincente non si cambia: affinati alcuni dettagli, Adrian Newey ha presentato a Jerez una RB6 che è diretta discendente di quella che l’anno scorso ha centrato sei GP, sfiorando entrambe i titoli mondiali. Ovviamente anche il progettista britannico si è dovuto adeguare ai cambiamenti regolamentari e alla necessità di migliorare per cui la monoposto risulta ovviamente più lunga. "Sembra una limousine", è stato il divertito commento di Mark Webber che ha avuto l’onore di far debuttare la vettura con una settimana di ritardo rispetto alla concorrenza più agguerrita (Ferrari, McLaren, Mercedes). "Ma Valencia non è una pista tecnicamente probante, per cui non credo che abbiamo perso molto rispetto a loro", ha aggiunto l’australiano. E i grandi segreti, come spesso succede, sono nascosti sottopelle.
Vettel e Webber. Foto Colombo
TECNICA — Continuità e stabilità sono stati i tasti maggiormente premuti sia da Newey, sia dal responsabile della scuderia Christian Horner. "Abbiamo chiuso il campionato con una doppietta, non c’era ragione di ripartire da zero", è il parere del pilota australiano. "Questa machina è chiaramente solo una evoluzione", ha ammesso Newey, specificando che ha voluto mantenere inalterata la soluzione delle sospensioni posteriori pull-rod "perché era ormai collaudata, è una strada che conosciamo bene, anche se ovviamente ci ha dato dei grattacapi per poterla adattare al diffusore che abbiamo ingrandito". D’altronde perché cambiare quando gli altri ti copiano? Già a Newey non è sfuggito il proliferare delle corna su tante monoposto e non ha nascosto la propria soddisfazione. Non ha però neppure nascosto che sì, il fallito tentativo di cambiare motore, passando dal Renault al Mercedes, ha creato un piccolo ritardo nel programma ma che questo non condiziona affatto l’obiettivo di fondo.
Vettel e Webber. Foto Colombo
TECNICA — Continuità e stabilità sono stati i tasti maggiormente premuti sia da Newey, sia dal responsabile della scuderia Christian Horner. "Abbiamo chiuso il campionato con una doppietta, non c’era ragione di ripartire da zero", è il parere del pilota australiano. "Questa machina è chiaramente solo una evoluzione", ha ammesso Newey, specificando che ha voluto mantenere inalterata la soluzione delle sospensioni posteriori pull-rod "perché era ormai collaudata, è una strada che conosciamo bene, anche se ovviamente ci ha dato dei grattacapi per poterla adattare al diffusore che abbiamo ingrandito". D’altronde perché cambiare quando gli altri ti copiano? Già a Newey non è sfuggito il proliferare delle corna su tante monoposto e non ha nascosto la propria soddisfazione. Non ha però neppure nascosto che sì, il fallito tentativo di cambiare motore, passando dal Renault al Mercedes, ha creato un piccolo ritardo nel programma ma che questo non condiziona affatto l’obiettivo di fondo.
LOGICA EVOLUZIONE ma... "Station Vagon"
Il primo colpo d'occhio sulla Red Bull 2010, tradisce (oltre il generalizzato aumento di passo), solo leggere differenze visibili. Ad esempio, le due protuberanze sul telaio all'avantreno sembrano essere più evidenti che sulla RB5. Attenzione però, stiamo parlando della monoposto che l'anno scorso ha strabiliato fin dalla presentazione, interpretando al meglio il nuovo regolamento partendo da un foglio bianco. Tale era la superiorità di questa macchina sulle altre "senza buco" (cioè leagali), che fin dal primo Gran Premio, Vettel ha lottato per le primissime posizioni perfino alla pari con l'ILLEGALE e studiata per anni in galleria del vento BrawnGP. Poi, "Il Mago" ha compiuto ulteriori passi avanti adeguando il suo progetto alle interpretazioni dei tre team furbastri. Solo per problemi di organizzazione interna, il Team Red Bull ha (secondo me) buttato via un mondiale ampiamente alla sua portata.
Il primo colpo d'occhio sulla Red Bull 2010, tradisce (oltre il generalizzato aumento di passo), solo leggere differenze visibili. Ad esempio, le due protuberanze sul telaio all'avantreno sembrano essere più evidenti che sulla RB5. Attenzione però, stiamo parlando della monoposto che l'anno scorso ha strabiliato fin dalla presentazione, interpretando al meglio il nuovo regolamento partendo da un foglio bianco. Tale era la superiorità di questa macchina sulle altre "senza buco" (cioè leagali), che fin dal primo Gran Premio, Vettel ha lottato per le primissime posizioni perfino alla pari con l'ILLEGALE e studiata per anni in galleria del vento BrawnGP. Poi, "Il Mago" ha compiuto ulteriori passi avanti adeguando il suo progetto alle interpretazioni dei tre team furbastri. Solo per problemi di organizzazione interna, il Team Red Bull ha (secondo me) buttato via un mondiale ampiamente alla sua portata.
Quest'anno sarà dura per loro. Gli altri, Ferrari in primis, hanno recuperato sicuramente terreno. Tutti, (chi più chi meno) hanno copiato soluzioni delle RB5. Chi, come la Rossa di Maranello e la nuova MercedesGP (lias BrawnGP) le "corna sul telaio", chi come la McLaren la pinna lunga che si congiunge con l'ala posteriore ed il retrotreno rastremato, molti hanno copiato il fondo scalinato anteriormente scavato, nessuno ha invece voluto tentare la soluzione del retrotreno Pull Road che Newey ha invece mantenuto sulla RB6. Ma, sotto scocca, sulla monoposto di Vettel e Webber, potrebbero esserci delle sorprese che alla presentazione (come prassi) sono rimaste celate ad occhi indiscreti. Semmai, permangono dubbi sul motore Renault, sui suoi consumi e sulla sua tenuta. Staremo a vedere!
Giovanni BonarRIGO
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